Sposarsi … oggi … di questi tempi … che cosa bizzarra, … ma si, tanto poi se le cose non vanno, se l’amore “finisce”, ognuno se ne può tornare da dove è venuto e amici come prima (per modo di dire). D’altra parte è questo il modello proposto dalla società in cui viviamo, chi si deve “salvare” ad ogni costo e a qualsiasi prezzo è l’individuo. Ma allora perché ci si sposa? Ma soprattutto: perché ci si sposa in chiesa? Queste domande non ce le facciamo più e seppure qualcuno sfacciatamente ce le propone, bene che va rispondiamo: “per avere la Sua benedizione” (quasi fosse un portafortuna). Sposarsi in chiesa ormai fa parte della routine, delle nostre tradizioni di atei devoti, è un atto dovuto nei confronti dei nostri genitori ai quali non potremmo mai negare la gioia di accompagnarci all’altare. Certamente sono solo alcuni aspetti di un problema più ampio che coinvolge direttamente la Santa Madre Chiesa: la famiglia, come istituzione è in grande difficoltà, e lo è ancora di più la famiglia di sposi in Cristo.
Eppure, nonostante l’evidente crisi della famiglia, sono tante le coppie di fidanzati che, ogni anno, partecipano agli incontri di preparazione che organizziamo in parrocchia. Durante questo “cammino”, strutturato in otto incontri a tema nei quali sono inserite due giornate di convivenza, ci preoccupiamo soprattutto di illuminare le loro menti e i loro cuori con la luce e il tepore della parola di Dio. Non basta la convinzione che l’unico scopo della loro vita è quella di formare una bella coppia prima e una bella famiglia poi. La “buona notizia” è che saranno chiamati a vivere di un amore totale, indissolubile, fedele e fecondo, lo stesso amore con il quale Gesù Cristo ha amato la sua sposa: la Chiesa. Questo amore li dovrà spingere al di là del rito-cerimonia: con il sacramento del matrimonio riceveranno un dono nuovo, un talento nuovo: saranno autentici e speciali testimoni dell’amore di Dio a tutto il mondo. Lo sguardo scettico, a volte infastidito ma allo stesso tempo curioso dei primi incontri, si tramuta, con il passare del tempo in voglia di capire, di conoscere e di vivere alla luce. Così già da un paio di anni la preparazione al matrimonio, con la grazia del Signore, lascia dietro di sé il profumo del buoni frutti, di ragazzi e ragazze rigenerate, il sapore squisito dell’amicizia e dell’accoglienza. D’altra parte la formula del consenso, nel nuovo rito del matrimonio, inizia proprio con: IO … ACCOLGO TE …
Fabio e Romina