Prima relazione 29.06.2015

Consiglio Pastorale – 29 giugno 2015

Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

 

Ci incontriamo nella seduta finale dell’anno pastorale 2014-2015 di questo nostro Consiglio per verificare insieme il cammino della nostra Comunità Ecclesiale di quest’anno e -soprattutto- per gettare le basi per il prossimo anno pastorale 2015-2016 visto che è urgente rivedere alcune scelte pastorali soprattutto per quanto riguarda la Pastorale Giovanile.

 

1. Alcune premesse

Nella nostra Diocesi si è celebrato, agli inizi del mese di giugno l’annuale Convegno Pastorale Diocesano che ormai da molti anni conclude l’anno pastorale diocesano. Mentre molte Diocesi celebrano il loro convegno pastorale nel mese di settembre per dare l’avvio al nuovo anno pastorale, la nostra Diocesi ha invece operato la scelta di celebrare il Convegno Pastorale nel mese di giugno in modo che possa essere occasione di verifica dell’anno appena concluso e di proposta per il nuovo anno pastorale.

Il Convegno Pastorale di quest’anno era particolarmente importante perché avrebbe dovuto concretizzare la proposta dei cosiddetti “Laboratori della fede” che si pongono come fase conclusiva delle tre tappe già elaborate: la tappa Battesimale, Eucaristica e Crismale.

Proprio per cercare di capire bene quali fossero le proposte concrete della Diocesi ho scritto a tutti i laici impegnati nella pastorale parrocchiale invitandoli a partecipare a questo Convegno per poi “riportare a casa” tutto quanto detto durante il Consiglio stesso. Alla seduta di questa sera del Consiglio Pastorale sono presenti anche alcuni fratelli che, avendo partecipato al Convegno, sono stati invitati per relazionarci circa il Convegno stesso.

 

2. La Pastorale Giovanile

La discussione che da anni interessa la nostra Diocesi riguarda essenzialmente il percorso da offrire ai bambini dopo la Comunione. Prima del cambiamento operato dal vescovo Agostino Vallini, era naturale per i bambini e per le loro famiglie che, ricevuta la Prima Comunione a 10 anni, iniziasse subito ad ottobre un cammino di tre anni di catechesi in preparazione alla Cresima.

Dopo la celebrazione della Cresima, a 13 anni, la fuga dei giovani era pressoché generalizzata. Per quanto ci si sforzasse di proporre qualcosa di interessante, la stragrande maggioranza dei giovani spariva del tutto pur conservando un buon ricordo degli anni trascorsi in parrocchia ma si tratta va un po’ del buon ricordo del “caro estinto”!

C’è da dire però che nella nostra parrocchia la fuga era, seppure drammatica, non certamente di portata così disastrosa visto che comunque i gruppi giovani hanno continuato ad operare. Calcolammo, che circa un 15% dei giovani rimaneva in parrocchia, in genere fino alla fine dell’Università quando, tra impegni lavorativi e sentimentali, quel 15% si assottigliava ulteriormente.

Con lo spostamento della Cresima a 15-16 anni, è iniziata una stagione nuova sia per la Diocesi che per la nostra Comunità Ecclesiale.

Come coinvolgere i bambini che a 10 anni ricevono la Prima Comunione e che non possono ricevere la Cresima prima dei 15-16 anni?

Con tre maestre delle elementari, attingendo molto al metodo scout, abbiamo elaborato il percorso triennale dei Castorini ed inoltre il percorso, anch’esso triennale del Giia [Giovani Insieme In Amicizia]. Si tratta di un percorso che ha coinvolto i nostri giovani in questi ultimi quindici anni di vita pastorale che ha un po’ innalzato l’età della “fuga” che rimane comunque sempre consistente.

È chiaro che qualunque metodo educativo può essere efficace soltanto nella misura in cui si può contare su animatori ben motivati ed in continua formazione permanente [fp].

A questo punto del nostro cammino è necessario che la nostra Comunità Ecclesiale si interroghi, tramite l’azione e le decisioni del Consiglio Pastorale su cosa fare e come andare avanti perché l’annuncio evangelico alle nuove generazioni sia sempre più efficace. Ci potrebbero essere alcune soluzioni che vengono proposte questa sera ma si tratta solo di una base per la discussione, l’auspicio è che il Consiglio possa indicare un itinerario da proporre ai nostri giovani.

Questa sera siamo chiamati ad approfondire bene l’argomento e se possibile decidere.

Se vediamo però che la decisione richiede tempi più lunghi, possiamo lasciarci l’estate per una prolungata riflessione e prendere una decisione definitiva a settembre magari dopo aver vagliato tutti insieme possibili altre proposte che vengano offerte da ciascuno dei membri del Consiglio Pastorale.

Ecco in sintesi alcune proposte:

 

2a. Avviare i “Laboratori della fede”

Recepire in toto la proposta diocesana per il dopo Cresima. Potremmo dedicare il mese di settembre alla formazione degli animatori chiedendo il sostegno dei Centri Pastorali della Diocesi che ci aiutano a capire di che cosa si tratta e come si applica.

 

2.b Mantenere l’esistente

Continuare l’esperienza dei Castorini e del Giia puntando molto su due fronti importanti:

  • la definizione e completamento del percorso proposto. Tutto questo richiede una rielaborazione dei progetti: da revisionare quello dei Castorini, da completare quello Giia

  • la formazione permanente degli animatori coinvolgendoli anche nei vari miglioramenti che è necessario operare nel cammino formativo. Per quanto riguarda gli animatori molto positiva è stata la scelta di proporre a due coppie di sposi di assumere la responsabilità dell’animazione: una coppia è animatrice del Giia/1 ed una seconda coppia è animatrice del gruppo animatori.

 

2.c Percorsi alternativi

Da molte famiglie e con una certa insistenza ricevo pressanti richieste perché anche nella nostra parrocchia venga costituito un gruppo scout. Il metodo educativo scout prevede percorsi formativi dai 6-7 anni fino all’età adulta. Il sottoscritto ha trascorso nello scautismo un lungo percorso di vita dai 7 ai 38 anni. Sono pienamente convinto della validità di tale metodo ma bisogna vedere se sia il caso stravolgere in modo così radicale la nostra pastorale giovanile e soprattutto vagliare bene se sia il opportuno che in Pavona ci siano due gruppi scout. Probabilmente ci potrebbero essere alcuni adulti disponibili ad impegnarsi in questa impresa.

 

Queste sono soltanto delle idee adatte per la nostra riflessione, questa sera è necessario avviare un dibattito sereno e molto approfondito scambiandoci idee su un argomento di fondamentale importanza per la vita della nostra Comunità Ecclesiale. Se fosse possibile sarebbe cosa buona prendere una decisione, altrimenti ci prendiamo un tempo sufficientemente lungo di riflessione per arrivare a prendere una decisone a settembre e sarebbe cosa ancora più opportuna vedere se dal dibattito scaturiscono ulteriori idee per arricchire il numero delle possibilità tra quali scegliere quella migliore per la nostra Parrocchia.

 

3. Assemblea Parrocchiale

In vista del coinvolgimento del maggior numero possibile di fedeli laici nella vita della Comunità Ecclesiale potrebbe essere utile istituzionalizzare una assemblea parrocchiale di tutte le persone che desiderano partecipare in modo attivo alla vita della Parrocchia. Si potrebbe fare in modo che nel mese di ottobre la prima domenica venga impegnata per l’Assemblea Parrocchiale, la seconda domenica per l’ormai tradizionale Pellegrinaggio Mariano di Inizio Anno Pastorale e la terza domenica per il Mandato a tutti gli operatori pastorali.

L’Assemblea parrocchiale dovrebbe dare le linee generali da realizzare durante l’anno pastorale, linee che poi concretamente diventano prassi pastorale elaborata dal Consiglio Pastorale. In altri termini l’Assemblea Parrocchiale progetta ed il Consiglio Pastorale programma. Nell’assemblea pastorale potrebbero essere eletti i sette membri del Consiglio Pastorale che fino ad ora non sono mai stati eletti.

 

4. Conclusioni finali

Il ringraziamento al Signore per quanto sta operando nella nostra Comunità Ecclesiale. Il ringraziamento sgorga spontaneo dal nostro cuore, come una sorgente abbondante il cui flusso di acqua non si può bloccare o rallentare. La storia di questi ultimi anni ci insegna che “Se il Signore non costruisce la città, invano si impegnano i costruttori”. Siamo consapevoli che Lui è il vero costruttore della nostra Comunità Ecclesiale, noi siamo solo dei manovali, dei “semplici operai nella vigna del Signore” come disse papa Benedetto nel giorno della sua elezione. Solo se saremo in grado di lasciare fare a Lui il nostro servizio non sarà vano. Noi siamo chiamati a scavare sulla roccia le fondamenta di questa bella casa che è la nostra Comunità Ecclesiale.

È questo il nostro auspicio, è questa la nostra preghiera incessante.

 

don Angelo